CANADA, RICHARD FORD

Canada e’ l’esilio, il luogo metaforico della rinascita, dove le favole della ricostruzione si fanno futuro, e raccontano di un viaggio nuovo da affrontare. La prosa di Richard Ford ruota attorno a questo: C’e’ un trauma, il relativo spaesamento e, immediata, l’accettazione, che inevitabilmente porta alla comprensione. Comunque dare ai genitori le colpe della difficolta’ della propria vita alla fine non porta da nessuna parte, dice il giovane Dell. Loro, che una mattina partono per andare a commettere una rapina, imprimendo una svolta drammatica alla sua vita e della sorella.

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Le cose sono imperfette, dunque accettabili, ed e’ sbagliato desiderare che le cose non siano mai accadute, persino le peggiori. Cosi’, il ragazzino affronta il destino, con la rabbia rassegnata di chi non puo’ fare altro. Perche’, dice, cos’ho da perdere? Pochissimo.

Nel suo processo di formazione, Dell si trova faccia a faccia con quel momento che, presto o tardi, capita a tutti. Il nostro privato Canada, giacche’ gli avvenimenti che cambiano la vita spesso non sembrano quello che sono. E se superi lo spaesamento, abbracci l’accettazione, convinto che, dopo che e’ sucesso di tutto puo’ ancora succedere di tutto.

La lezione di Ford e’ prendere il mondo come viene, uscire dal caos primordiale – le cose accadono quando le persone non stanno al loro posto, e il mondo va avanti e indietro in base a questo principio – e ricostruire i frammenti di vita, rimettendo tutto a posto. Fino al prossimo sconquasso. La frase chiave e’ del padre che interroga Dell: Sai cosa significa avere un senso? Significa che accetti le cose. Se capisci, poi le accetti. Se le accetti, capisci.