LONDON FASHION WEEK

Londra si conferma come la capitale modaiola dell’innovazione. Magari poco aderente alla realtà, fatta di proposte sperimentali e azzardate, la London Fashion Week tiene alta la bandiera della Moda come gioco e stranezza, tanto ci penserà Milano a riportare tutti con i piedi per terra. Prendiamo nomi come Mary Katrantzou, Peter Pilotto e Christopher Kane, amati dagli addetti ai lavori e in rampa di lancio (soprattutto quet’ultimo). Le loro collezioni sono fantasie al limite della caricatura, con tanta, troppa voglia di stupire, ideali per essere condivise su Instagram e Snapchat.

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La sfilata di Christopher Kane – alla vigilia del decimo anniversario del brand – definisce il giovane designer come un outsider che costruisce un’estetica partendo dalle macerie, dai frammenti del passato. Bric-a-brac di pizzi, fiori, applicazioni e borse come oggetti smarriti, spille come amuleti di un mondo perduto. Come l’altro enfant prodige d’oltremanica JW Anderson, che si spinge sul terreno dell’irriverente, riscrivendo la storia del costume, si pensi alle forme architettoniche di Roberto Capucci traslate con furia punk-metal. Da seguire con attenzione l’evoluzione di Burberry, oltre la stagionalità, all’insegna del see now buy now. Oltre le stagioni, per un mondo globale, un frullato irresistibile di colori, tessuti, musica e tecnologia.

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