ANGOLA, IL FASCINO E L’ESOTISMO DELL’AFRICA PORTOGHESE AD EXPO 2015
Expo2015, direzione Angola.
Tra i più visitati e apprezzati dai centomila che in media ogni giorno affollano il Decumano, c’è il padiglione della repubblica centroafricana, attirati dalla suggestione che vuole Luanda, la capitale, una delle metropoli emergenti del continente nero, addirittura paragonabile, come ricchezza e qualità di vita, a Londra, New York e Hong Kong.
Il concept architettonico si ispira alla riproduzione dell’imbondeiro, il baobab, albero sacro nella cultura angolana.
Di qui, parte un viaggio gastronomico-culturale che ha l’obiettivo di trasmettere l’anima della nazione attraverso la ricchezza e la diversità delle sue tradizioni culinarie, spazi verdi coltivati con piante, ortaggi e frutta. Come recita il theme statement: Cibo e cultura, educare per innovare.
I piatti preparati dallo chef Duarte, risentono naturalmente dell’influenza portoghese, per via del passato coloniale che ha legato a doppio filo i due stati, con saporite ed esotiche materie prime quali l’ocra (un ortaggio incrocio tra asparago e zucchina) e farina di manioca (non a caso ingrediente base della cucina brasiliana).
Il branzino ai ferri con polenta angolana e manioca, l’arroz de marisco e il pollo con arachidi, ocra e verdure tra i piatti migliori della carta. Che comprende un ottima scelta di insalate, tropicale all’angolana, con straccetti di pollo alla soia e angolana con riso, patate, fagioli e seppie. Tutto questo va degustato, qualora non si opti per vino o birra, con drink rinfrescanti al tamarindo, allo zenzero, al té profumato all’hibiscus, al succo di baobab.