Fondation Vuitton, Paris
Vele di vetro e acciaio spiegate nel cielo, una cascata che srotola un torrente d’acqua sotto la carena, il rumore del vento che si incunea tra gli spazi concavi. Sembra veramente galleggiare, questo incredibile edificio nato da uno spirito creativo libero e audace presentato ieri alla stampa di tutto il mondo. Fondation Vuitton è Una sfida tecnologica: all’inizio le idee di Gehry sembravano irrealizzabili tanto erano futuriste e visionarie. Ma Bernard Arnault, numero uno del polo luxury Lvmh, aveva un sogno. E un centinaio di ingegneri convocati da tutto il mondo hanno permesso di risolvere uno a uno tutti i problemi, trovando soluzioni tecnologiche innovanti tra cui alcune persino prese dall’aeronautica e per le quali sono stati depositati 30 brevetti.
Il progetto, che sarà aperto al pubblico lunedì 27, è nato nel 2001. Bernard Arnault e Frank Gehry si incontrano, presentati da Jean-Paul Claverie, ex consigliere di Jack Lang, advisor del ceo nel campo dell’arte dal 1991 e oggi nume tutelare della Fondation Louis Vuitton costituita nel 2006. La scintilla scocca subito. Frank Gehry conosce bene Parigi, sa cosa significhi intervenire sul suo tessuto urbano nel cuore del Bois de Boulogne e del Jardin d’Acclimatation di cui parla persino Proust. «Un luogo sacro per la città. Ero terrorizzato», ha scherzato l’archistar ricordando il tutto. Dalle terrazze dell’ultimo piano, sulla coffa di questo battello impetuoso da cui si vede la tour Eiffel e, sul lato opposto, la cresta metallica dei grattacieli della Defense, arrivano le voci dei bambini che giocano al Parc d’acclimatation. Un luogo fuori del tempo, di cui Lvmh detiene la concessione dagli anni 50 grazie all’acquisto che ne fece Marcel Boussac, storico proprietario della maison Dior, caro ai parigini che spesso vi hanno legati i loro ricordi d’infanzia. «Era importante dunque pensare ai bambini. Spero che verranno qui a colorare, ad agire come protagonisti, ad appropriarsi del luogo», ha aggiunto ancora Gehry, «perché questo edificio è appositamente costruito per essere in progress, un living space che invita ad interagire». Sospesa tra l’acqua in cui si specchia e le nuvole, la Fondation si slancia con le sue linee curve su 11 mila metri quadrati (di cui 7 mila accessibili al pubblico). Nove gallerie e un auditorium situati su un sito protetto, che comprendeva anche un bowling e che sotto Napoleone III ospitava un acquarium e una serra. E che il comune di Parigi recupererà tra 55 anni. E dopo? «La Fondation sarà un meraviglioso regalo offerto a Parigi », ha poi affermato Jean-Paul Claverie. Più di 100 milioni di euro il costo globale del progetto con lavori iniziati nel 2008, ed è questo il solo dato ufficiale sull’impatto economico di questa operazione.