Ivan Artolli, Direttore Generale dell’Hôtel de Paris Monte-Carlo: il lusso tra storia e modernità
di Redazione
L’ Hôtel de Paris Monte-Carlo è un albergo di lusso tra i più famosi al mondo. Situato nel cuore di Monte Carlo, accanto al Casinò, questo sontuoso albergo in stile neo-barocco rappresenta, dalla sua inaugurazione nel 1864, l’esclusività e l’eleganza.
Dal 2016 Ivan Artolli è Direttore Generale dell’iconico hotel monegasco. Forte di una grande esperienza nella gestione degli hotel di lusso, Ivan Artolli ha lasciato la direzione della Rocco Forte Hotels per diventare DG dell’hotel simbolo di Monte Carlo. Nella nostra intervista ci ha raccontato il grande impegno profuso nel portare avanti i lavori di ristrutturazione avviati nel 2014: tra conservazione delle parti storiche e rinnovamento in linea con i nostri tempi. La ristrutturazione dell’ Hôtel de Paris ha fatto sì che questo gioiello dell’hotellerie fosse oggi ancor più valorizzato mantenendo intatta la sua storicità e l’antico fascino.
Da quando ha iniziato questa attività di General Manager?
Sono arrivato all’Hôtel de Paris di Monte Carlo nel giugno del 2016. Avevo già lavorato qui tra il 1983 e il 1989 come assistente capo ricevimento.
È stato scelto o si è candidato?
Conoscevo molto bene Luca Allegri, direttore operativo di tutte le strutture ricettive della SBM. E’ stato lui a contattarmi per vedere se fossi interessato alla posizione nonostante già occupassi il posto di direttore operativo presso la Rocco Forte Hotels ed avessi sotto la mia direzione ben sette alberghi nel nord Europa.
L’Hôtel de Paris e il Principato di Monaco sono destinazioni esclusive.
Quali i pro e i contro di lasciare una struttura importante come la Rocco Forte Hotels e iniziare una nuova avventura all’ Hôtel de Paris?
Quello che mi ha attratto ad assumere questo incarico è stata la possibilità di riposizionare un albergo leggendario come l’Hôtel de Paris Monte-Carlo, fronte quattro anni di ristrutturazione e un investimento di 280 milioni di euro. E’ raro che venga data ad un direttore generale l’opportunità di assumersi questa responsabilità, poiché ristrutturazioni di questa importanza non si realizzano tutti i giorni.
Il passaggio di consegne tra l’operato di Luca Allegri e il suo?
L’albergo era già entrato in fase di ristrutturazione da circa un anno, quindi il passaggio di consegne è stato relativamente semplice, l’importante era continuare a gestire un albergo aperto ma che in realtà era per metà, – e a volte più di metà -, in ristrutturazione. Due ali dell’albergo sono state completamente distrutte mentre due sono state semplicemente rinnovate poiché l’ala antica dell’albergo non poteva essere distrutta, essendo un monumento storico qui a Monte Carlo.
In tema di organizzazione, ristrutturare un hotel così ricco di storia, che cosa significa?
Innanzitutto c’è stata l’ammissione di gestire un albergo aperto mentre era in fase di ristrutturazione. In quell’occasione bisogna concentrarsi sull’esperienza del cliente, e far sì che malgrado i lavori siano udibili, il cliente non venga eccessivamente disturbato. Poi chiaramente ci sono stati tutti i passaggi, e le chiusure, e le riaperture, e quella è una questione di organizzazione. La riapertura parziale nel maggio 2017 di due ale dell’albergo e circa 110 camere, è stata impegnativa, e ora stiamo per concludere la riapertura totale dell’albergo: 209 camere di cui 40% suite e 60% camere.
Quali sono le parti dell’hotel che hanno subito una maggiore ristrutturazione?
L’Ala Rotonde e l’Ala Alice sono state completamente distrutte per poi essere ricostruite. La ricostruzione e la riapertura è terminata nel maggio 2017. Questo intervento ci ha permesso di aggiungere due grandi appartamenti (le suite Ranieri e Grace) con due piscine private, e una terza piscina che fa parte del centro Wellness aperto a tutta la clientela. Abbiamo aggiunto 85 terrazzini e il patio, un giardino d’inverno.
Perché si è deciso di ristrutturare l’Hôtel de Paris?
Se non si vuole scadere nel decadimento, tutte le strutture alberghiere di questo livello necessitano prima o poi una ristrutturazione sostanziale. Se prendiamo l’esempio di Parigi, quasi tutti i cinque stelle sono stati recentemente rinnovati: il Crillon, il George V, anche il Plaza Athénée.
A Monte Carlo succede l’eccezionale quasi quotidianamente.
Ci sarà una data d‘inaugurazione dell’hotel?
L’albergo è già stato inaugurato dal Principe Alberto. Siamo in fase di riapertura finale quindi aldilà degli eventi programmati in calendario non ci sarà un ulteriore evento per dichiarare la fine dei lavori.
Il progetto di ristrutturazione è stato presentato presso la galleria dello Sporting, perché questa location?
Lo Sporting è il luogo in cui si trovavano tutti gli uffici della Société des Bains de Mer , la società che gestisce i nostri 4 alberghi, 30 ristoranti, 3 casinò, 4 spa, tennis e golf. Lo stesso Sporting faceva parte del progetto di rinnovazione: un developpement che si chiama oggi One Monte-Carlo ed ospita 7 edifici, 37 appartamenti, 28 boutique di lusso e un centro congressuale.
Come si interfaccia con i suoi collaboratori?
Con la fine dei lavori e la riapertura totale arriveremo a fine estate con 500 dipendenti, e un team di manager ben nutrito: alcuni sono qui da molti anni, altri ci hanno raggiunto da poco portando con loro un’esperienza simile a quella acquisita dal personale storico dell’Hôtel de Paris. Siamo molto attenti al modo in cui reclutiamo i collaboratori e verifichiamo scrupolosamente le referenze.
Ci sono strutture nelle vicinanze paritetiche all’offerta dell’Hotel de Paris?
C’è sempre concorrenza. Sulla Costa Azzurra ci sono alberghi da Cannes a Cap d’Antibes a Cap Ferrat: strutture e compagnie alberghiere che tendono ad attrarre la nostra stessa clientela. Detto ciò l’esperienza qui a Monte Carlo è ben diversa da quella che un cliente ricerca in altre località della Costa.
150 anni di storia. Che tipologia di clienti ha oggi l’hotel?
L’Hôtel de Paris, con la sua storia e la sua ubicazione qui a Monte Carlo, attrae clienti con frequentazione regolare che vengono una o più volte l’anno per le vacanze. Abbiamo clienti che vi trascorrono l’estate, e spesso ospitiamo tre generazioni di una stessa famiglia: nonni, figli e nipoti.
Con la ristrutturazione si mira ad avere una clientela diversa?
Indipendentemente dalla ristrutturazione la clientela è rinnovata. I clienti che soggiornano per mesi interi, come accadeva vent’anni fa, sono sempre più rari. I soggiorni sono più brevi e il numero di clienti è più importante. Nella nostra costante ricerca di sviluppo, visitiamo altri paesi e altri mercati al fine di poter accogliere clienti di nazionalità diverse che viaggiano molto di più e che quindi prima o poi saranno interessati a visitare il Principato di Monaco e la Costa Azzurra.
Abbiamo la possibilità di raggiungere un livello di comfort del cliente che è difficile da superare.
Un collega a Lei paritetico che lavora in una struttura italiana è avvantaggiato o svantaggiato?
A livello professionale non credo ci siano differenze: si deve comunque saper gestire i vari e complessi aspetti della direzione di una struttura cinque stelle lusso. Ci sono le 3P in una struttura alberghiera. Il personale è centrale per la visione e la missione della struttura, e va motivato a svolgere il miglior lavoro possibile. Poi abbiamo le persone, i clienti sono importantissimi ed è proprio grazie alla loro soddisfazione che noi raggiungiamo i nostri obiettivi economici, di qualità e reputazione. Poi c’è il profitto. Chiaramente gli investitori di un’azienda alberghiera come la nostra si aspettano che dopo un investimento di 280 milioni e quindi prestiti importanti ottenuti dalle banche, ci sia un margine di profitto abbastanza congruo da soddisfare tutti, azionisti e banchieri.
Qual è il rate medio del pernottamento all’hotel de Paris?
In estate abbiamo tariffe minime intorno agli 800 euro e in inverno leggermente al di sopra dei 500 euro. Il nostro rate medio varia molto a seconda dell’occupazione delle due suite il cui affitto è di 30-45.000 euro al giorno. Nel momento in cui queste due suite sono affittate, il nostro rate medio schizza anche a 2000 euro.
François Blanc, fondatore della Société des Bains de Mer proprietaria dell’Hôtel de Paris, sognava di realizzare il migliore hotel mai costruito. Secondo lei ci è riuscito con la vecchia struttura?
Nel 1864 Blanc realizzò il primo albergo con camere dotate di bagno privato. All’epoca non esistevano hotel con un bagno indipendente per ogni camera. Al giorno d’oggi le camere hanno diversa struttura. E’ chiaro che con l’investimento che l’albergo ha ricevuto di 280 milioni di euro per 209 camere, abbiamo la possibilità di raggiungere un livello di comfort del cliente che è difficile da battere.
Dal suo arrivo all’Hotel, quali sono stati gli eventi che ricorda con più entusiasmo?
L’Hôtel de Paris e il Principato di Monaco sono destinazioni esclusive. E a Monte Carlo succede l’eccezionale quasi quotidianamente. È raro trovarsi in un luogo dove in qualche minuto si incrocino le automobili che si incrociano qui! I clienti che frequentano l’Hôtel de Paris sono tutti riconoscibili: sostando al leggendario bar è facile incontrare personaggi ben noti nell’ambito della finanza, della politica, dello sport o dell’entertainment.
Il Principato di Monaco è riferimento di qualità e lusso. Per lei cos’è Monte Carlo?
Monte Carlo è uno dei rari luoghi al mondo dove, tenuto conto delle dimensioni del Principato, si organizzano oltre 700 eventi l’anno. E’ una meta turistica in estate, ma altrettanto attraente in inverno proprio grazie agli eventi legati al mondo dello spettacolo, sport, cultura, musica, teatro.
La sua formazione professionale per arrivare a dirigere un hotel così importante?
Sicuramente una formazione all’Istituto professionale alberghiero di Abano Terme, seguita dalla scelta di arricchire il mio bagaglio di conoscenze con il miglioramento di lingue straniere. Sono partito per la Germania, l’Inghilterra, la Francia, Monte Carlo, l’Italia il Belgio, la Scozia – e ancora – la Gran Bretagna, la Russia e la Sicilia. Quindi penso di aver ricercato soprattutto la possibilità di fare esperienza, di lavorare in contesti diversi in paesi diversi.
Che rapporto ha con la stampa? E che tipo di giornalismo preferisce?
I giornalisti hanno bisogno di una bella storia da raccontare. Hanno bisogno di aneddoti che possano illustrare l’anima della struttura in cui noi lavoriamo. Nel settore della ristorazione e anche degli alberghi si dice che se un ristorante o un albergo non racconta una storia primo poi chiuderà.
Legge? Cosa Legge?
Cerco di leggere due giornali al giorno, uno è un giornale locale l’altro è un giornale in lingua inglese. Acquisto regolarmente libri in viaggio: sullo scaffale ne ho almeno 35 o 40 che prima o poi dovrò leggere.
Quando ha lasciato Padova, sua città natale, per la sua attività professionale?
Finito la scuola alberghiera, ho lasciato Padova a 17 anni. Essendo padre di 3 figli, a un certo punto ho deciso di viaggiare con la famiglia e dare la possibilità ai mie figli di imparare le lingue da bambini. Oggi ho 3 figli che parlano fluentemente francese, inglese e italiano, senza nessun tipo di accento.