LONDON MEN FASHION WEEK SPRING-SUMMER 2015
Jeremy Scott debutta alla guida dell’uomo di Moschino. Il vero pregio di Scott, guardando le sue prime stagioni alla guida del marchio di Aeffe, è l’equilibrata capacità di mescolare gli stilemi che lo hanno reso famoso con quelli del fondatore Franco Moschino. Stilista del quale l’americano based in Los Angeles incarna perfettamente l’archetipo contemporaneo. A dimostrarlo è l’invasione del simbolo del dollaro, da sempre effige di Scott, pronto a incontrarsi e scontrarsi con giganteschi Smiley faces e motivi delle bandiere del mondo, due grandi cavalli di battaglia di Moschino. In un vero melting pot di riferimenti visivi: dagli anni 80 al decennio della Instagram generation, tutti uniti nel linguaggio univoco e comune dei due creativi, tra branding folle e consumismo. Come le grafiche refreshing che punteggiano lo show: una soda pop ai gusti lime, uva e cola, all’insegna di un solo claim, Drink Moschino.
Svolta hip hop per Sarah Burton che da Alexander McQueen sceglie la via della strada, per uomini grafici e cool. Spazzata via la voglia di un decadentismo ridondante, è l’ora dei grafismi liquidi, tondeggianti, a decorare lupetti di cotone e pantaloni ampli come paracaduti. La silhouette è allungata all’infinito e stretta, pur avendo la spalla importante. Lo spolverino è la nuova giacca, in total color bianca poi nera totale, dal sapore sporty con i bordi a contrasto. Ma poi ecco arrivare i completi strutturati, rivisitati con un leggero sapore da vecchia Savile row, ma rieditati con un Principe di Galles effetto camouflage. Perché l’interferenza grafica è il punto focale dell’intera collezione, anche quando diventa materica, con gli incastri di lucidi vinili e di popeline.
L’americano Tom Ford torna all’essenza delle sue radici, presentando una carrellata di look fatti per il tempo libero e ispirati al suo Texas. «Come potete notare in questa collezione, o almeno nella presentazione, non vedrete molti completi classici o eleganti. Perché oggi il nostro business è leader nel sartoriale ed è nella parte più casual e anche un po’ sporty che vogliamo spingere l’acceleratore». Il risultato sono outfit very Ford, ripescati e riletti dal suo classico e iconico guardaroba. Tanto l’uso degli scamosciati, per giubbetti smilzi e percorsi da piccole frange, poi conciati per camicie da rodeo, da indossare con il cinturone dalla fibbia gold a vista e il jeans. «Ho lavorato molto sulla collezione di denim. È tutta una questione di vestibilità e di tessuti, assolutamente made in Usa, Eldorado indiscusso dell’indigo», ha poi aggiunto lo stilista, che propone tre fit differenti di jeans editati in tutti i colori stone washed, nei verdi caldi, tabacco e bianco assoluto. Per i capospalla, parka e peacoat più corti, l’uso dei cotoni cerati è univoco, impreziositi da fodere di seta e tasche contenitive di nappa, ma nascoste all’interno. La maglieria è leggerissima, spesso serafine lavate da portare al posto della camicia e dalle quali far sbucare foulard di seta stampata.
Christopher Bailey, alla prima prova da direttore creativo e amministratore delegato di Burberry, immagina una poesia visiva, ispirata alle illustrazioni di Bruce Chatwin. Grafismi a blocchi di colore caldi fanno da sfondo a disegni di castelli elisabettiani, penne e calamai e profili aristocratici, per outfit da artista giramondo ovviamente. Composti a strati, sovrapposizioni educate, che sembrano casuali, ma non lo sono mai nella loro perfezione misurata e composta. Tutti pronti a svelare giubbini di jeans stretti al corpo come una seconda pelle, prima da nascondere sotto i blazer dei completi affilati, poi da ostentare come capospalla ma lavorati con tinture lussuose e corpose. Il trench, ovviamente, scopre una nuova giovinezza fatta di imprinting o total color cardati come lane fresche e leggere. Ma anche indigo trattato come un tessuto nobile. Sbuca anche il primo, nuovo cappotto estivo. Di cotone ovviamente, e perfetto per le miti estate di Gran Bretagna. A rendere credibile il tutto arrivano sciarpe evanescenti da indossare sbilenche, cappelli a scodella di panno e cartelle da portare sotto braccio come fossero tavole di disegni astratti e personali.