PYNCHON, NOIR IN CALIFORNIA
Il 4 agosto prossimo negli Stati Uniti uscirà Inherent Vice, nuovo romanzo di Thomas Pynchon ambientato proprio nella California degli anni Sessanta e descritto dall’editore Penguin come un libro «in parte noir, in parte psichedelico». Protagonista un certo Doc Sportello, un investigatore privato che si imbatte con una sua ex fidanzata, tale Shasta, e si ritrova fare i conti con una macchinazione per il rapimento di un miliardario. Il bizzarro intreccio vede coinvolti surfisti, puttane, rocker, un usuraio omicida e un truffatore con una svastica tatuata e una passione per Ethel Merman, stella del musical passata alla storia come la Gran Dama di Broadway. Le bozze hanno già cominciato a circolare e, stando a chi ha avuto il privilegio di leggerle, pare che lo stile ricordi parecchio quello degli hard-boiled conditi di surreale umorismo alla Elmore Leonard.
Fa un qualche effetto l’idea che uno degli autori più ostici e audaci d’America decida di cimentarsi con un genere letterario considerato di serie B. È altresì vero che la cosiddetta crime-story costituisce da sempre una tentazione cui anche gli scrittori più elitari faticano a resistere. Recentissima è l’uscita di Nobody Move di Denis Johnson. La copertina è tutto un programma: un fondo rosso sforacchiato da proiettili. Originariamente pubblicata a puntate sulla rivista «Playboy» questa nuova fatica dello scrittore, che solo un paio di anni fa si è visto assegnare il National Book Award per un ambizioso romanzo sulla guerra del Vietnam, propone il classico motivo del fallito che si trova nei guai per aver contratto un debito con la persona sbagliata. Sparatorie, donne fatali e qualche frase di lirica bellezza. È quello che ci regalerà anche il nuovo Pynchon in salsa noir?